Fadia Ahmad, fotografa e artista a Beirut sul treno della memoria

Fadia Ahmad descrive in Beyrouth | Beirut una città bifronte con la sua storia, con la sua identità, con le sue genti. La mostra fotografica allestita nella Beit Beirut (casa gialla), oggi centro culturale e luogo simbolo della guerra civile che ha dilaniato il Paese del Cedri, restituisce la visione dell’artista ottenuta percorrendo le vie della capitale lungo 10.452 metri: un numero simbolico che coincide con la superficie totale del Libano che è pari a 10.452 chilometri quadrati.

“Ho deciso – spiega l’artista –  di seguire un itinerario, che è sempre lo stesso, in modo da non perdermi. È la mia costanza che mi permette di scoprire, di fondermi con questa città”.

Sì, perchè Fadia Ahmad – nata ad Alicante in Spagna e stabilitasi a Beirut nel 1991 dopo un lungo esilio – descrive una città le cui vicissitudini non sono slegate dal destino dell’intera nazione: commercianti, pescatori, artisti di strada, palazzi, rovine, ardite e nuove architetture urbane sono il risultato di divisioni, differenze, emozioni intense e autentiche.

L’artista propone tutto questo con foto in largo formato a colori e in bianco e nero suddivise in 7 temi portanti: intanto la geografia urbana dei quartieri di Mar Mikhael e Gemmayze, luoghi dove “regnano la luce e il colore”, ma anche il “prima e il dopo” la devastazione della guerra civile. Coesistenza di palazzi devastati e eleganti facciate.

Fadia Ahmad, fotografa e artista in mostra a Beit Beirut

Il secondo tema riguarda la stazione ferroviaria, dismessa insieme a tutta la rete ferroviaria dall’esordio della guerra e mai più ripristinata. L’artista riesce a fotografare un luogo off limits, ormai ricoperto dalla vegetazione spontanea e volontariamente dimenticato nonostante sia collocato nel cuore della capitale.

Motrici e vagoni sono rimasti li, fermi, muti testimoni di un passato fossilizzato nella materia, ma non nelle menti.

Il terzo aspetto riguarda l’architettura tra passato e presente con riferimento anche alle recenti vicissitudini e controversie per la riqualificazione del quartiere di Solidere; mentre il quarto tema è dedicato alla comunità e, il quinto, alla vita nei quartieri presentata tra tradizionale meltin pot locale e luogo che tende ad un aspetto multiculturale globale.

Una foto della collazione Beyrouth | Beirut di Fadia Ahmad

Il sesto sembra un tema molto caro all’artista-fotografa: i pescatori della Corniche (lungomare di Beirut), interpreti di quiete, contemplazione, pace che è, e dovrebbe essere, nei luoghi del Mediterraneo.

Il settimo e ultimo tema riguarda il lungomare e il water front della città dove gli indimenticabili tramonti sono metafora della nuova energia che pervade Beirut e il Libano oggi.

In sostanza Fadia Ahmad immagina le sue fotografie come dipinti, che rispecchiano Beirut e catturano la poesia del luogo e dei suoi abitanti. La sua è una mostra fotografica divisa tra memoria e consistenza, tra nostalgia forse e voglia di riscatto: un’operazione riuscitissima; un’esposizione che merita di essere riproposta anche in Italia.

Il sito web dell’artista:

http://fadiaahmad.com/

La pubblicazione:

https://www.amazon.it/Fadia-Ahmad-Beyrouth-Beirut-beyrouth/dp/2376660262

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